Pericle Fazzini, lo “scultore del vento”, e le sue opere contro ogni forma d’arte di regime

Così lo definì il grande poeta Giuseppe Ungaretti. Roma gli dedica una mostra

Foto: Pericle Fazzini, Donna nella tempesta, 1932 (1970), bronzo, 155x79x161 cm, Collezione Eredi Fazzini

L’artista nel suo studio (1947), © Oscar Savio

Le opere di Pericle Fazzini, “lo scultore del vento”, come lo definì Giuseppe Ungaretti, tornano finalmente in mostra a Roma dopo trent’anni, in occasione del 110° anniversario della sua nascita.

Dal 25 marzo al 2 luglio 2023 il Museo Carlo Bilotti ospita, infatti, l’esposizione Pericle Fazzini, lo scultore del vento. La mostra -a cura dello storico dell’arte Alessandro Masi, con Roberta Serra e Chiara Barbato, e i contributi in catalogo di Bruno Racine, Claudio Strinati e Salvatore Italia-, presenta una selezione di circa 100 opere dell’artista tra sculture, bozzetti, disegni e grafiche.

Essa ripercorre l’intera vita creativa del maestro marchigiano, attraverso sculture di piccola e grande dimensione – fra legni, bronzi e gessi – disegni e opere grafiche: dalle prime prove degli anni Trenta e Quaranta come il “Giovane che declama” (1937-38) e la “Sibilla” (1947) fino ai bozzetti originali della “Resurrezione” della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano, ultimo cantiere di un artista unico dopo la Cappella Sistina di Michelangelo.

Di particolare interesse sono il “Ritratto di Anita” (1933), il “Ritratto di Sibilla Aleramo” (1947), l’“Uomo che urla” (1949-50) e il “Profeta” (1949), quest’ultimo raramente esposto.

Pericle Fazzini, ritratto di Sibilla Aleramo (1947), gesso policromo
cm 64x43x515 Collezione Eredi Fazzini
ph. ©Massimo Napoli

Il percorso dell’artista, autore tra i più apprezzati della “Scuola romana”, nato a Grottammare (AP) il 4 maggio del 1913 e morto a Roma il 4 dicembre del 1987, si inserisce tra le più alte testimonianze dell’arte sacra del XX secolo. Il suo anelito alla bellezza come svelamento del Divino segna una svolta nella ricerca plastica contemporanea traducendo il testo sacro delle Scritture in una forma dialogante tra Fede e Arte.

Pericle Fazzini, bozzetto per la Resurrezione (1970 1975), 685x150x20 cm
Collezione Eredi Fazzini

Figlio di un povero falegname piceno, Pericle Fazzini conobbe la sua fama grazie al poeta Mario Rivosecchi, che lo introdusse negli ambienti della Roma dei Mafai, Scipione, Mazzacurati, Ziveri e della gallerista Anna Laetitia Pecci Blunt (Galleria La Cometa), che impressero una svolta all’arte in senso espressionista e antiretorico contro ogni forma d’arte di regime e celebrativa del fascismo.
Conservate nei maggiori musei di tutto il mondo, le sculture di Fazzini trovano spazio in importanti collezioni private e pubbliche come il Moma di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Guggenheim Collection di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi e il Momat di Tokyo.

A corredo della mostra, è disponibile un ricco catalogo (De Luca Editore d’Arte), che riporta i testi di Alessandro Masi, Bruno Racine, Claudio Strinati, Salvatore Italia, Roberta Serra e Chiara Barbato. Legato all’evento espositivo e di prossima pubblicazione anche un secondo volume, dedicato agli scritti di Fazzini, a cura dello storico della lingua italiana Giulio Ferroni.

L’ingresso al museo è gratuito, i servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione e Archivio Storico “Pericle Fazzini”.

INFO

Mostra: Pericle Fazzini, lo scultore del vento
Dove : Roma, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese
Quando : 25 marzo – 2 luglio 2023

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