Scavi di Pompei, sarà ancora più estesa la zona protetta dall’Unesco

Il provvedimento per aumentare la tutela del sito archeologico campano, unico al mondo, punta a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio 

Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha approvato la proposta di ampliamento della cosiddetta ‘Buffer Zone’ (‘Zona Cuscinetto’) di un’area del Parco Archeologico di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata tutelata dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.  

La decisione pone fine a un iter normativo durato circa un decennio. Sono una decina i Comuni della Campania coinvolti nel territorio della nuova zona, che sarà ampliata ulteriormente e dotata di maggiori misure di sicurezza.

La revisione della Buffer Zone consentirà di proseguire in modo ancor più incisivo nell’azione avviata tra istituzioni e Comuni, finalizzata a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, nel pieno rispetto dell’Eccezionale Valore Universale (OUV) del sito che, nel 1997, interessava solo Pompei, Torre Annunziata ed Ercolano e che oggi, con una vastità di oltre 17 kmq, comprende anche Portici, Torre del Greco, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno Trecase, e Castellammare di Stabia.

Ha dichiarato il Direttore Generale dei Musei, Ministero italiano della cultura, Massimo Osanna: “La definizione della Buffer Zone di uno dei più importanti siti archeologici del mondo rappresenta allo stesso tempo un successo e una sfida per il futuro non solo per Pompei, Ercolano e Oplontis, ma per l’intero sistema museale italiano. La Direzione generale Musei è impegnata nello sviluppo di modalità di gestione sempre più avanzate e coerenti con i valori riconosciuti dall’Unesco che sono da tutelare e diffondere”.

Ha aggiunto Osanna: “Anche sulla base della mia personale esperienza sono certo che questo felice momento contribuirà a rafforzare nelle comunità locali la consapevolezza dell’eccezionale ed unico valore culturale che pervade e unisce i territori abbracciati dalla Buffer Zone”.

Ha sottolineato il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel: “Con la nuova Buffer Zone la nostra visione della ‘Grande Pompei’, una rete di siti in cui nei prossimi anni investiremo più di 230 milioni di euro, trova finalmente un’adeguata cornice istituzionale che vede riuniti intorno a un tavolo gli attori principali del territorio. Oggi abbiamo la possibilità, grazie anche al digitale, di fare dei siti intorno a Pompei un grande parco diffuso che consente ai visitatori di scoprire un territorio ricco di cultura e tradizioni, ed è questa la nostra priorità”.

Le rovine di Pompei furono scoperte nel XVIII secolo e, da allora, progressivamente è stato svelato un enorme museo a cielo aperto, senza eguali nel mondo.

La città campana era stata sepolta nel 79 d.C. durante l’eruzione catastrofica del Vesuvio, insieme ad altre località come Ercolano e Stabia. Nel 1738 il futuro Carlo III di Spagna, all’epoca sovrano di Napoli, incaricò un ingegnere militare spagnolo di nome Roque Joaquín de Alcubierre che iniziasse gli scavi.

Era un’impresa tutt’altro che semplice: il sito era stato coperto da uno spesso strato di lava vulcanica solidificata, che in alcuni punti raggiungeva i ventisei metri di spessore.

I resti che tuttora vengono riportati alla luce continuano a parlarci dell’antica civiltà romana della zona e ci aiutano a fare luce su usanze domestiche e abitudini comunitarie.

Proprio di recente, negli ultimi scavi nell’area centrale dell’antica Pompei, in un’abitazione sono state rinvenute delle scritte elettorali. Lo ha riportato la rivista scientifica on-line del Parco archeologico, l’‘E-Journal degli Scavi di Pompei’.

Nello specifico, le iscrizioni fanno riferimento all’esortazione a votare un tale Aulus Rustius Verus, candidato per la carica di edile: già allora esisteva il voto di scambio, in cui vengono promessi benefici e favori in cambio della preferenza alle urne.

Probabilmente, in base alle ricostruzioni, Rustio Vero finanziava direttamente, per scopi sia economici che politici, l’attività del panificio vicino alla casa dove, forse, erano stati organizzati incontri di campagna elettorale.

Sull’altare in muratura del Larario (edicola sacra dipinta), contraddistinto da due serpenti in stucco, sono stati ritrovati i resti di un’ultima offerta votiva, avvenuta con ogni probabilità poco prima dell’eruzione.

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