Sergio Mattarella: basta odio, le diversità vanno rispettate, la Costituzione italiana è un faro

Il presidente della Repubblica tricolore è intervenuto nella giornata conclusiva del 44esimo Meeting di Rimini  

Foto: ©quirinale.it

Basta odio, distinzioni di etnie, attacchi ai diversi, barriere alzate senza tenere conto della pluralità difesa dai Padri costituenti italiani, che hanno redatto e approvato la Costituzione tricolore, entrata in vigore nel 1948.

È stato questo uno dei moniti pronunciati dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, sul palco del Meeting di Rimini, nella giornata conclusiva della manifestazione.

Stiamo parlando di un evento culturale di ampia portata che si tiene ogni anno nella città romagnola e che è diventato un’occasione per promuovere il dialogo interculturale e il confronto di idee su scala nazionale e internazionale.

Il Meeting è organizzato dall’Associazione Comunione e Liberazione (CL),fondata dal sacerdote cattolico don Luigi Giussani nel 1954.  

Il discorso di Mattarella è stato incentrato su valori, diritti, spirito umanitario, a partire dalla necessità di una corretta gestione dei flussi migratori. Un fenomeno, quello legato al dramma dei profughi, che andrebbe affrontato per quello che è, ossia un insieme di “movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere”.

A tal riguardo il capo dello Stato italiano ha auspicato “un impegno, finalmente concreto e costante, dell’Unione europea e sostegno ai Paesi di origine”.

Uno dei passaggi più intensi del discorso di Mattarella a Rimini è stato il punto in cui il presidente ha ricordato un piccolo migrante morto mentre compiva la traversata dal suo Paese allo Stivale, in cerca di salvezza e di una nuova vita: “Nello studio dell’appartamento dove vivo, al Quirinale, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di quattordici anni, annegato con centinaia di altre persone nel Mediterraneo”.

Ha proseguito Mattarella: “Recuperato il suo corpo, si è visto che, nella fodera della giacca, aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto; la dimostrazione, che voleva venire in Europa per studiare. Questo disegno mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono innumerevoli singole persone, con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro tante volte cancellato”.

Ha chiosato Mattarella: “Le identità plurali delle nostre comunità sono il frutto del convergere delle identità di ciascuno di coloro che le abitano, le rinnovano, le vivificano. Nel succedersi delle generazioni e delle svolte della storia. È la somma dei tanti “tu”, uniti a ciascun “io”, interpellati dal valore della fraternità, o, quanto meno, del rispetto e della reciproca considerazione”.

Il presidente si è quindi rivolto ai ragazzi, sottolineando che l’amicizia – tema dell’edizione 2023 della manifestazione riminese – comincia da noi, dal nostro modo d’essere. “La speranza è in voi giovani. Prendetevi quel che è vostro. Comprese le responsabilità e i doveri”.

Il capo dello Stato italiano, infine, ha invitato le nuove generazioni a conoscere la Costituzione, comprendendone in profondità i suoi principi fondanti, per farsela “amica e compagna di strada” affinché possa diventare “presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento”.

Con queste e altre affermazioni, il capo dello Stato ha rievocato le parole pronunciate all’Università di Parma nel 1995 da Giuseppe Dossetti, sacerdote antifascista che aveva fatto parte dell’Assemblea Costituente nel secondo dopoguerra.

Nello specifico Dossetti disse agli studenti: “Non abbiate prevenzioni rispetto alla Costituzione del ’48, solo perché opera di una generazione ormai trascorsa. La Costituzione americana è in vigore da duecento anni e in questi due secoli nessuna generazione l’ha rifiutata o ha proposto di riscriverla integralmente; ha soltanto operato singoli emendamenti puntuali al testo originario dei Padri di Philadelphia; nonostante che, nel frattempo, la società americana sia passata da uno Stato di pionieri a uno Stato oggi leader del mondo”.

E ancora: “È proprio, nei momenti di confusione, o di transizione indistinta, che le Costituzioni adempiono la, più vera, loro funzione: cioè, quella di essere, per tutti, punto di riferimento e di chiarimento”.

Ha concluso Mattarella: “Fate che la speranza e l’amicizia corrano, anche, sulle vostre gambe. E si diffondano attraverso le vostre voci”.

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