Tre italiani in vetta alla classifica delle pizze migliori del mondo

Le specialità ritenute di maggiore qualità utilizzano materie prime eccellenti, impasti e metodi di lavorazione e cottura artigianali, tra tradizione e innovazione

Storia, diversità regionali, abilità artigianale e convivialità sono alcuni degli elementi che rendono da tempo la pizza un simbolo delle tradizioni culinarie italiane in tutto il mondo.

Anche se l’origine esatta è tuttora oggetto di dibattito, le radici di questa prelibatezza sono molto antiche, legate a forme primordiali già consumate ai tempi dell’Impero Romano, come hanno dimostrato anche scoperte recenti a Pompei.

Quella che conosciamo oggi, o comunque una versione molto simile, ha iniziato a diffondersi nelle strade di Napoli a partire dal XVII-XVIII secolo.

Nella Penisola la specialità, associata a momenti di condivisione e socializzazione, è spesso realizzata con ingredienti legati al territorio. La sua preparazione è un’arte artigianale che richiede abilità, passione e dedizione e che comprende materie prime di alta qualità e una lavorazione accurata.

Di recente sono stati svelati i nomi dei premiati ai The Best Pizza Awards 2023, iniziativa creata nel 2017 da Joanna Slusarczyk e Cristian Gadau. Scopo dell’evento, il cui direttore artistico è Antonio Ruotolo, è attribuire un riconoscimento ai migliori chef e pizzaioli e ai loro locali. La cerimonia si terrà il 20 novembre a Yucatán in Messico.

Sul podio, nei primi tre posti della classifica che comprende 50 nomi di prestigio a livello mondiale, troviamo celebri professionisti italiani.

In prima posizione c’è Franco Pepe, già vincitore del premio speciale nella categoria pizza nelle edizioni 2021 e 2022 di The Best Chef Awards. Con l’eredità di due generazioni di pizzaioli alle sue spalle – in particolare, forte degli insegnamenti del padre Stefano – ma con un approccio contemporaneo e all’avanguardia alla pizza, nel 2012 Pepe, a Caserta, ha aperto Pepe in Grani, un luogo in cui si fondono sperimentazione, artigianato, formazione, ospitalità e un’attenzione al territorio si fondono.

Seguono un altro fuoriclasse e un’altra realtà di Caserta, Francesco Martucci con la sua pizzeria I Masanielli, aperta nei primi anni 2000, insieme al fratello Sasà, la sorella Sabina e la madre. Negli anni il locale si è affermato per l’alta qualità e per la raffinatezza delle materie prime selezionate, così come per l’equilibrio visionario degli ingredienti e l’attenzione estrema ai metodi e ai tempi di cottura (come dimostra uno dei suoi fiori all’occhiello, la pizza triplo-cotta).

Medaglia di bronzo a Gabriele Bonci, che nel 2003 ha lasciato il suo lavoro in un ristorante per aprire Pizzarium, uno dei primi locali a Roma a utilizzare solo prodotti biologici, a seguire l’intero processo di produzione e a ricercare meticolosamente ingredienti di qualità: farina completamente autoprodotta; cereali dimenticati, grani antichi, tutti rigorosamente ricchi di fibre, con germe intatto, macinati con pietra naturale, un antico lievito madre, rigenerato nel corso di decenni. L’impasto di Pizzarium è ormai famoso anche al di fuori della Capitale.

Ecco i primi dieci maestri pizzaioli e i loro paesi di provenienza nella classifica Best Pizza Awards 2023:

Franco Pepe – Pepe in Grani (Italia)

Francesco Martucci – I Masanielli (Italia)

Gabriele Bonci – Pizzarium (Italia)

Simone Padoan – I Tigli (Italia)

Jacopo Mercuro – 180 g (Italia)

Rafa Panatieri & Jorge Sastre – Sartoria Panatieri (Spagna)

Daniele Cason – The pizza bar on 38th (Giappone)

Dan Richer – Razza pizza artigianale (USA)

Matteo Martinenghi – Baest (Danimarca)

Yuki Motokura – Pizza Marumo (Giappone)

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