Una scuola pazza per la scienza

di Alessandro Vaccari

Il liceo scientifico “Filippo Buonarroti” di Pisa ha vinto il primo premio della quarta edizione del concorso nazionale “Made for Science” (“Pazzi per la Scienza”), indetto dall’azienda di biotecnologie “DiaSorin” e rivolto a tutti i licei scientifici e di Scienze applicate d’Italia.

Il primo premio, consistente in un finanziamento di 75.000 euro, sarà impiegato per ampliare il biolaboratorio della scuola. 

I 170 Istituti che hanno partecipato hanno dovuto presentare un piano di lavoro rispondente a puntuali richieste riguardo all’idea progettuale e alla sua fattibilità, basato su una serie di esperimenti iniziali e su di un’analisi degli strumenti, dei materiali necessari e dei relativi costi previsti. Oltre a questo è stato prodotto un video di illustrazione delle varie fasi del lavoro. Questa esperienza e i suoi diversi significati sono stati raccontati al Corriere dell’italianità da un’insegnante e da alcuni dei trenta studenti che l’hanno realizzata.

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La sperimentazione ha riguardato la possibilità di arricchire le proprietà nutrizionali dell’enjera attraverso l’uso dell’alga spirulina ed è stata inizialmente ispirata da un ex insegnante del “Buonarroti” in contatto con la comunità etiope di Firenze. L’enjera è un piatto fondamentale della cucina etiope ed eritrea, preparato con farina di teff, un cereale originario degli altopiani etiopici.

L’alga spirulina ha un alto valore proteico e vitaminico, oltre a proprietà antiossidanti e di rafforzamento del sistema immunitario. Quest’alga si sviluppa in modo naturale in laghi di acqua dolce con acque calde e alcaline ma può anche essere coltivata in bacini artificiali.

L’integrazione alimentare dell’enjera costituirebbe un contributo fondamentale per combattere la denutrizione endemica che affligge buona parte delle popolazioni del Corno d’Africa.

La preziosa collaborazione con la facoltà di Agraria di Pisa ha permesso inizialmente, attraverso analisi di laboratorio, di conoscere meglio le proprietà dell’alga spirulina e di verificare che durante la cottura le sue  preziose qualità nutritive  non vadano perdute.

I trenta studenti che hanno partecipato al progetto appartengono a classi diverse e la loro adesione è stata volontaria; tutti erano fin dall’inizio informati che sarebbe stato richiesto un notevole impegno extrascolastico, protrattosi in effetti anche durante il periodo estivo.

All’inizio, poiché ogni gruppo di studenti lavorava a un aspetto specifico, è risultato un po’ problematico per ciascuno farsi un’idea complessiva dell’esperienza ma, col procedere del lavoro, questa difficoltà è stata superata. L’interruzione della didattica in presenza ha costituito naturalmente un problema ma per fortuna gli esperimenti di laboratorio sono stati svolti entro il mese di febbraio e la successiva continuazione del lavoro a distanza è stata possibile per l’impegno profuso da tutti i partecipanti.

Non si è invece riusciti, a causa della pandemia, a realizzare la visita programmata a Chiusdino (Siena) presso il Consorzio Cosvig/Enel dove viene condotta una sperimentazione della coltivazione della spirulina sfruttando una parte dell’energia geotermica che non viene utilizzata negli attuali processi produttivi. Di questo importante aspetto di economia circolare è stata perciò prodotta solo una presentazione teorica.  

Grazie al finanziamento per la realizzazione del nuovo biolaboratorio, l’esperienza potrà continuare e vi potranno ancora partecipare quegli studenti che non hanno concluso il corso di studi liceali. Il lavoro svolto ha costituito un notevole arricchimento scientifico, culturale ma anche umano per tutti i partecipanti.
Sul piano strettamente scientifico, è stato importante, soprattutto per i ragazzi, conoscere e praticare le modalità concrete della ricerca scientifica che per alcuni di loro costituirà probabilmente anche il futuro di studio e di lavoro. Un aspetto affascinante di questa attività è che essa, nel corso del suo svolgimento, ha mostrato continuamente aspetti nuovi e prospettive di sviluppo anche futuri non prevedibili in partenza. 

Fin dal momento dell’adesione a questo concorso, ragazzi e docenti del “Buonarroti” ne hanno recepito l’ispirazione di fondo, che si richiama esplicitamente alla cosiddetta Agenda 30, un progetto delle Nazioni Unite che si prefigge uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per tutti gli abitanti del pianeta.

L’attività svolta ha ulteriormente rafforzato la consapevolezza di una ricerca scientifica al servizio di questi valori: l’auspicabile sbocco di questo sforzo collettivo sarebbe perciò una sua realizzazione concreta.

Proprio a questo scopo una relazione e il video del progetto sono stati inviati al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali, premio Nobel per la pace del 2019, ed è in corso, al tempo stesso, l’individuazione di una ONG attiva nel campo della realizzazione di iniziative concrete per combattere la denutrizione.

Il successo di questo concorso dimostra anche come in Italia esistano le risorse umane per il necessario sviluppo della ricerca scientifica che attualmente, per un’evidente mancanza di volontà politica, non vengono adeguatamente valorizzate.

Hanno partecipato all’intervista realizzata per raccogliere il materiale per questo articolo, la professoressa Barbara Cei, le studentesse Marta Orlati e Elisa Pagani, gli studenti Alessandro Lagonegro e Tommaso Terreni del Liceo “Buonarroti”

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