Ricordando Mila Schön: il suo contributo all’Italian Style nel mondo

In Francia, i grandi nomi della moda – come Chanel, Dior, Givenchy, Saint Laurent, soltanto per citarne alcuni fra i tanti – sono sempre vivi per i punti vendita ancora col loro nome, e con le grandi sfilate. Da noi, purtroppo, i nomi dei grandi che hanno fatto l’Italian Style – come Marucelli, Veneziani, Sorelle Fontana, Schubert, sono sconosciuti dalle giovani generazioni. Lo sono anche Walter Albini, Luciano Soprani o il grande Ferrè (che si ricorda soprattutto grazie all’importante Fondazione col suo nome ed agli eventi da questa organizzati).

Pertanto, si può accogliere soltanto con molto piacere la notizia del ritorno, sulla scena moda, di sfilate nel nome di Mila Schön. E desideriamo parlarne proprio per i molti che non hanno conosciuto, o non ricordano, la “Signora dell’Alta Moda” ora che il marchio col suo nome – dal 1992 di proprietà del colosso moda giapponese Itochu Corporation – torna a sfilare.

Nel luglio del 1983 Mila Schön aveva festeggiato i 25 anni della sua attività a Roma, al Ninfeo di Villa Giulia, con una collezione ricchissima, importante, in alcuni punti strabiliante: era un “numero uno”.

Nata a Trau (Dalmazia), in una nobile famiglia, sorella del famoso giornalista Nino Nutrizio, Mila aveva lasciato il suo Paese d’origine durante la guerra per raggiungere Trieste, poi Novara ed infine Milano. Abbandonata la vita dorata, che le aveva permesso anche di vestire Balenciaga, si dedicò alla creazione di abiti. Nel 1960 si unì a lei, imprenditore, Loris Abate (che poi lascerà la Shon a metà anni ’80, quando viene eletto presidente della Camera della Moda, carica che mantiene per 6 anni; ed a lui si devono, tra l’altro, le indimenticabili passerella della moda, in mondovisione, a Trinità dei Monti). In breve, i suoi ‘double’, i suoi cappottini bianchi, fecero arrivare Mila alle sfilate di Pitti, dove ebbe immediato ed enorme successo. Al termine della sua prima sfilata – ne fui testimone! – mentre si asciugava le lacrime dall’emozione e dalla gioia, Giovan Battista Giorgini (“gran patron” del Pitti) le disse: “La sua è vera alta moda: autentica, splendida, perfetta”. E Neiman Marcus, considerato scopritore si nuovi talenti nel settore, volle la collezione Schön per l’America. Era nata “la signora dell’alta moda”. Al suo fianco, oltre a Loris Abate, vi furono poi il figlio Giorgio e, validissimo collaboratore, il creatore Chino Bert, uno dei nostri massimi stilisti che, improvvisamente, nel 1971, scomparve dal mondo moda: Chino Bert era diventato don Franco Bertolotti, nel monastero di Santa Scolastica, rimanendo, peraltro, un grande amico di chi si era avvicinato con lui, quasi contemporaneamente, a mode e giornalismo (Chino Bert, fra l’altro, aveva tenuto la pagina settimanale “Per Voi Signore” sul quotidiano “La Notte”).

Mila Schön è mancata il 5 settembre del 2008, alla vigilia di una grande mostra che le veniva dedicata dal Comune di Milano.

Oggi, la collezione Schön, sotto la direzione creativa di Gunn Johansson, deve rappresentare ancora il buon gusto nel vestire, per ogni stagione ed ogni età; anche se ai cashmere double possono venire  affiancate sete ecosostenibili.

Mila vedrà “da lassù” le presentazioni di moda col suo nome. Ancora una volta, con gli occhi lucidi.

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