“Abbi cura di te, sei un’opera d’arte!”

di Stefania De Toma

Nei musei, le opere d’arte sono protette da sistemi di sicurezza che vanno dalla videosorveglianza, ai sensori a infrarossi, dalla regolazione di temperatura e umidità al divieto di usare flash delle fotocamere.  Noi, persone comuni, non avremo milioni di visitatori da tutto il mondo a rimirarci come fossimo la “Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci; ma siamo unici e irripetibili, esattamente come nessuna mano potrà mai riprodurre l’autenticità di un’opera d’arte.

Ecco l’intuizione proveniente dall’UNIGUM di Calenzano – azienda leader da settant’anni nel settore della distribuzione antinfortunistica – che ha elaborato un’idea bellissima e fondamentalmente semplice, forse per questo così immediatamente percepibile nel suo significato: sono state selezionate delle opere, capolavori senza tempo, riconoscibili in modo diffuso, e sono state riprodotte ad arte con le tecniche dell’epoca da un copista qualificato, il fiorentino Marco Rindori, “contaminandole” con DPI di qualità riconosciuta e riconoscibile. Ma l’oggetto estraneo non crea disarmonia all’interno dell’immagine, quanto stupore e meraviglia e quasi la sensazione che quei dispositivi nascano con quei soggetti.

“Abbi cura di te, sei un’opera d’arte” è il tentativo di una strada nuova rispetto a un’innegabile assuefazione alle campagne per la prevenzione degli incidenti stradali, sul lavoro o sull’uso dell’alcool e del fumo, che cercano di sensibilizzare incutendo terrore e mostrando senza veli gli effetti catastrofici, letali, di utilizzi e comportamenti imprudenti se non sconsiderati. Ma è anche il tentativo di sortire migliori risultati visto che i numeri degli incidenti sui luoghi di lavoro sono in tragico aumento ogni anno; e punta sull’efficacia di un risultato positivo attraverso la grazia e l’armonia di opere d’arte celeberrime, non ricorrendo a terrorismo psicologico  ma rappresentando la positività del risultato: usare mezzi di prevenzione e prudenza nulla toglie alla bellezza, rappresentata da opere che ne costituiscono l’essenza.

Per questo la campagna “Abbi cura di te…sei un’opera d’arte” ha oltrepassato i confini di uno slogan, con alle spalle un poderoso bagaglio di significati e ambizioni di sensibilizzazione, creando insieme a QU.IN. (l’agenzia formativa accreditata partner di UNIGUM) il progetto “Educare alla Sicurezza”, che passa attraverso lo storytelling e in generale l’arte declinata nelle più ampie forme possibili, convinti che la Bellezza sia capace di attrarre l’attenzione, anche per poco, delle nostre vite distratte e di richiamare a una riflessione seria su troppi comportamenti superficiali e purtroppo innati nella gran parte di noi. Non a caso fanno parte del progetto le brevi storie della copia di autore che sono state inventate per ogni opera, con riferimenti sia alla genesi del dipinto originario, che alla funzione del DPI in esso inserito, e che puntano in maniera simpatica e scherzosa a promuovere la qualità e l’utilizzo degli elementi “contaminanti”, anche in una proiezione del progetto stesso nelle scuole in modo diffuso sul territorio.

Il timore di apparire irriverenti nei confronti di grandi opere d’arte si era affacciato agli albori della nascita del progetto; ma scompare alle reazioni dei visitatori che percepiscono i dipinti nella loro potenza comunicativa e ne restano divertiti e ammirati al tempo stesso. Le vestizioni con i DPI apportate dall’autore dei dipinti, del resto, sono studiate per entrare con eleganza e rispetto in questi capolavori dell’Umanità e il risultato è, fino a questo momento, quello sperato: comunicare la necessità, l’indispensabilità, l’obbligatorietà  di un atteggiamento verso la nostra  vita e di conseguenza di quella di chi ci sta intorno . “Abbi cura di te…sei un’opera d’arte” non è un progetto concluso: le opere d’arte da vestire con i DPI sono infinite e le idee sono in continuo fermento. L’ambizione, ma forse è la speranza, è che le opere di questa collezione già nutrita diventino sempre più numerose, che vengano fatte conoscere sempre di più in tutta Italia e oltreconfine, ecco, che diventino una moda, una tendenza, una filosofia di vita. E che l’uso sistematico, continuo, costante dei DPI sia imprescindibile in ogni azienda, luogo di lavoro, dal più modesto al più mastodontico. Perché la sicurezza non ha classifiche d’importanza, così come il pericolo.

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